Piramidi di Giza, Mastaba e altre Piramidi. Teorie Ufficiali e Tecniche di Costruzione Accreditate

Secondo la Teorie ufficialmente accettate dagli studiosi, le piramidi egizie furono erette come monumenti funerari al di sopra della tomba del sovrano, re, faraone. Lo sviluppo di tali monumenti ebbe inizio con la III dinastia come evoluzione della tomba a mastaba. Dopo una fase di crescita delle dimensioni del monumento, culminata con la Piramide di Cheope nella piana di Giza unica delle sette meraviglie del mondo antico ad essere pervenuta a noi, l'uso di questo monumento proseguì ancora per secoli, anche se con forme più ridotte, ed influenzò anche culture limitrofe; le ultime piramidi erette furono quelle rinvenute nel regno di Meroe attribuibili al I millennio a.C.

Mastaba. La tomba egizia da cui si è evoluto il monumento funerario a Piramide

La Mastaba fu ideata anticamente a tumulo allo scopo di proteggere le salme dei defunti dagli assalti
degli animali in cerca di cibo. I sepolcri vennero in origine, gradualmente inseriti ad una profondità sempre maggiore e nella loro parte superiore si accatastò un cumulo di pietre e sabbia, simbolo del monte emerso dalla divinità Nun all'inizio dei tempi. Durante l'epoca pre-dinastica i pozzi contenenti le tombe vennero scavati a qualche metro più in basso, si rivestirono di mattoni e di legno e si decorarono le pareti con varie pitture. Le tombe a mastaba più semplici sono costituite da un "gradone" di forma tronco-piramidale. La struttura conteneva alcune cappelle rituali, una falsa porta decorata e incorniciata (attraverso la quale era consentito al defunto, di lasciare l'aldilà per andare a ricevere le offerte deposte dai vivi sull'apposita tavola), che inizialmente era una stele posta in un angolo e poi in un secondo tempo divenne un pannello superiore alla porta, contenente anche la statuetta raffigurante il defunto, ed un pozzo (chiuso con pietre e detriti, molte volte assai profondo, - anche più di venti metri - che dava accesso alla tomba vera e propria).

Negli anni le Mastaba si sono evolute in Piramidi vere e proprie con la particolare forma a Gradoni come per esempio Ad esempio la famosa "piramide a gradoni" di Djoser può essere vista come una serie di mastabe sovrapposte.

Piramidi di Giza e altre Piramidi

Con le grandi Piramidi di Giza le proporzioni divennero gigantesche. La più grande fu la prima eretta a Giza: quella di Cheope. I lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l’errore è circa 3'. Il successore di Cheope, Djedefra, non fece costruire la sua piramide a Giza, ma 8 km più a nord. Il monumento rimase però incompiuto per la morte precoce del sovrano. I sovranisuccessivi, Chefren e Menkaura, tornarono a scegliere Giza per le loro piramidi. Il successore di Menkaura, Shepsekhet, ultimo sovrano della dinastia, per motivi che non conosciamo, interruppe la tradizione facendosi seppellire in una semplice mastaba. Secondo una teoria, le piramidi di Giza rispecchierebbero lo schema della Cintura di Orione.

Tecniche di Costruzione accreditate delle Piramidi Egizie

Esistono molte ipotesi riguardanti le tecniche di costruzione delle piramidi egizie. Queste tecniche sembrano essersi sviluppate nel tempo; le piramidi più recenti non furono costruite con la stessa tecnica utilizzata per le più antiche. Molte delle ipotesi riguardo alla loro costruzione si basano sull'idea che le enormi pietre fossero estratte con scalpelli di rame dalle cave di pietra, e che siano poi state trascinate e sollevate fino alla posizione finale. I punti su cui nascono i disaccordi riguardano i metodi utilizzati per lo spostamento ed il posizionamento delle pietre. Esistono anche ipotesi in base alle quali sarebbero state costruite partendo da cemento geopolimero, noto anche come pietra di gesso. Oltre ai numerosi dubbi insoluti riguardo alle tecniche edilizie, ci sono disallineamenti anche riguardo alla forza lavoro utilizzata. I Greci, molti anni dopo la costruzione dei monumenti, credevano che fossero stati costruiti grazie al lavoro degli schiavi. Al giorno d'oggi gli archeologi credono che la grande piramide di Giza (almeno) fu costruita da decine di migliaia di operai specializzati che si accamparono nei pressi della piramide lavorando in cambio di un salario, o come forma di pagamento delle tasse (tributi) fino al completamento dell'opera, il che sarebbe dimostrato dall'esistenza dei cimiteri degli operai scoperti nel 1990 dagli archeologi Zahi Hawass e Mark Lehner. Per la piramide di Amenemhat II, risalente al Medio Regno, esistono prove dell'utilizzo di stranieri provenienti dalla Palestina, come descritto sulla pietra tombale del re.

Uno dei principali problemi che i primi costruttori dovettero affrontare era la necessità di spostare enormi quantità di roccia. La tomba di Djehutihotep (risalente alla XII dinastia) contiene l'immagine di 172 uomini che trascinano una statua di alabastro con una slitta.

I principali dubbi sulla costruzione delle piramidi si concentrano soprattutto sul modo in cui i blocchi furono posti in cima alla struttura. Non esistono prove archeologiche o storiche che aiutino a risolvere il dubbio. Buona parte della discussione sulle tecniche edilizie riguarda le poche prove a disposizione. I racconti storici della costruzione delle piramidi egizie non permettono di capire la tecnica utilizzata per sollevare i blocchi. Nonostante questo molti egittologi fanno riferimento a questi scritti quando discutono il sollevamento dei blocchi. Talete, secondo Ieronimo, visitò le piramidi egizie nel VII secolo a.C. e, usando triangoli simili, triangoli rettangoli e le ombre delle piramidi, ne misurò l'altezza ed il volume. I primi racconti storici della costruzione di questi monumenti risalgono a secoli dopo la costruzione delle piramidi, e sono opera di Erodoto (V secolo a.C.) e Diodoro Siculo (I secolo a.C.). Lo scritto di Erodoto recita:

« Questa piramide era fatta come le scale, che alcuni chiamano gradini ed altri livelli. Quando questo la sua prima forma era stata completata, gli operai usavano corti tronchi di legno come leva per sollevare il resto delle pietre; sollevavano i blocchi dal suolo sopra il primo livello di gradini; quando la pietra era stata sollevata, era posta su un nuovo livello che poggiava sul primo, e da qui tramite la leva veniva spostata al successivo. Può darsi che ci fosse una nuova leva su ogni livello di gradini, o forse era la stessa, portatile, che spostavano di livello; resto dubbioso su questo punto, dato che vengono citati entrambi i metodi. La cosa certa, però, è che la parte superiore della piramide era finita per prima, per poi passare al livello subito sottostante, completando il primo in basso per ultimo. » 

La versione di Diodoro Siculo dice:

« Ed egli disse che la pietra era stata trasportata da grande distanza dall'Arabia, e che gli edifici erano eretti tramite rampe di terra, dato che le macchine per sollevare non erano ancora state inventate; e la cosa più sorprendente è che, nonostante queste grandi strutture siano state erette in un'area circondata da sabbia, non restano tracce di queste rampe o della lavorazione delle pietre, tanto che non sembra il risultato del paziente lavoro degli uomini, ma piuttosto come se l'intero complesso fosse stato posto qui già completato da qualche dio. Ora gli egizi tentano di rendere queste cose una meraviglia, parlando di rampe che sarebbero state costruite con sale e che, quando il fiume fu fatto scorrere contro di esse, si sciolsero dilavandosi e non lasciando traccia senza bisogno di intervento umano. Ma in verità, quasi sicuramente non fu fatto in questo modo! Piuttosto, la stessa moltitudine di operai che eressero i tumuli riportarono l'intera massa di materiale nel suo luogo di origine; dicono che 360 uomini furono costantemente impegnati nel lavoro, prima che l'intero edificio fosse finito alla fine di 20 anni di lavoro. » 

Si sa che sia le opere di Erodoto che di Diodoro Siculo contengono grossi errori, e che il Siculo viene spesso accusato di prendere spunto dalle opere di Erodoto. La descrizione fatta da Erodoto dello schiavismo è uno dei miti più persistenti riguardo al processo di costruzione, e quella di Diodoro Siculo del trasporto delle pietre dall'Arabia è scorretto. Dato che entrambi vengono considerati inaffidabili, è impossibile scegliere quale sia la tecnica corretta a partire dai documenti storici. In ogni caso queste opere forniscono alcune prove sia per l'uso di macchine di sollevamento che per l'uso delle rampe.

Molti egittologi concordano sul fatto che le rampe siano il più probabile dei possibili metodi utilizzati per sollevare i blocchi, anche se precisano che si tratta di un metodo incompleto, che deve essere completato da un altro mezzo. Prove archeologiche riguardanti l'uso delle rampe sono state trovate presso la Grande piramide di Giza e presso altre piramidi. Il metodo più accettato per l'uso delle rampe è l'uso delle leve. Le prove archeologiche dimostrano solo l'esistenza di piccole rampe e camminamenti inclinati, non qualcosa che potrebbe essere stato utilizzato per la costruzione di buona parte del monumento. Ad aggiungere incertezza c'è il fatto che sembrano esistere molte prove che ipotizzano l'uso di metodi non-standard o had hoc nella costruzione delle piramidi.

Nei prossimi post discuteremo le tecniche di costruzione non ortodosse.

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Commenti

  1. Grazie mille, questo articolo mi è servito per una presentazione a scuola. Davvero ben fatto ^-^

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